Il cielo tornerà azzurro

// Gennaio 2nd, 2017 // Willy News

IL Natale fa risuonare in tutti noi memorie lontane. Quando non avevo ancora le ruote il senso delle feste di Natale lo trovavo nei tortellini in brodo che non erano una consuetudine ma un’eccezione, nella letterina sotto al piatto dei miei genitori, nell’attesa di qualcosa che intuivo ma del quale non conoscevo i confini esatti. I tempi, ahinoi, sono cambiati. A questi nostri giorni comuni il Natale lo identifico solo nel 3×2 delle offerte al supermercato, o nel nome promozionale di una tariffa telefonica, o nelle pubblicità che ti dicono che “è ora il momento giusto” di acquistare qualcosa di cui non hai bisogno. Esistono momenti nella vita in cui il bene comune dovrebbe diventare un obbligo. Una partecipazione. Il momento storico al quale questo mondo è giunto, ciò che stiamo vivendo è, a mio modesto avviso, causato da una cosa in particolare: da quella giostra in cui ci hanno messo, tra luci false che accecano anziché illuminare, e che ci fanno correre sopra a tutto e tutti, in vista di obiettivi che si spostano un po’ più avanti appena li raggiungiamo: la tv più grande, la playstation più nuova, l’auto più spaziosa e inquinante, il giubbotto di cui non abbiamo urgenza ma di cui non possiamo fare a meno per essere riconosciuti… tutte cose che non servono a migliorare la qualità della nostra vita e del nostro sentire.Questa crisi globale ha però un lato b, che pochi ascoltano. Basta girare il disco e si può sentire una canzone il cui testo parla di rivedere i nostri eccessi, di scendere un po’ sotto la schiuma del bicchiere, di scalare una marcia e godersi lo spettacolo della vita ed accorgercene prima di arrivare al Grande Nulla.

Stiamo perdendo – forse abbiamo già perduto – la percezione di quello che è umanamente utile. L’utilità, per me e per questo mio corpo che non risponde sempre presente, è parlare con chi mi viene a trovare, dividere minestre e sorrisi. Utile per il cuore e per la vita è ricevere una maglietta da una scuola media della lontana Calabria sulla quale è stampata la foto della classe che ho conosciuto tramite skype. Questo è il senso del dono, del donarsi, del cedere emozione con gioia.Siamo persone abituate ormai a vivere in un bozzolo, per restare in casa il più possibile, per incontrarci il meno possibile. E ciò facendo la nostra sensibilità e il nostro pensare si atrofizzano, così come la nostra muscolatura sprofondata in divani sempre più comodi davanti a televisori nei quali assistiamo alla vita degli altri, anziché prendere possesso della nostra. Mettetevi una giacca, una sciarpa attorno al collo, infilatevi le scarpe e uscite di casa. Andate a trovare l’amico che da tempo non sentite e del quale seguite le foto su facebook. Che senso ha avere 300 “amici” se poi sei seduto da solo in camera o mangi una pizza in completa solitudine? La parola amico va spesa in una certa maniera e presuppone, oltre alla responsabilità, un sentimento reale.Un angioma al midollo ha interrotto il mio corpo, ma non la mia testa e il mio cuore. Dal 1988 sono un uomo a rotelle e da questa mia condizione vorrei rivolgere qualche parola ai tanti genitori di bambini disabili. Non iperproteggete i vostri figli, non “incampanateli”, non copriteli di assistenze ad ogni giro di ruota. Che ce ne facciamo di esseri umani gualciti ma insoddisfatti? Non fate in modo che i vostri figli siano impauriti dalla vita, non date loro alibi che giustifichino la resa: il problema non è non avere l’uso delle gambe o del corpo, il problema è non usare la testa per ovviare a questo. E anche i cieli grigi torneranno ad essere azzurri. Buone feste. (William Boselli)

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