I bambini, Lorenzo Sani e Cesare Covino

// Marzo 5th, 2016 // Willy News

“Quante dimensioni ha l’universo dei bambini, quante sfumature, suoni, parole e colori in quel crescere giocando a canzonare la realtà. Il bambino si alimenta di fantasia, meraviglia, stupore. La scoperta dell’universo quotidiano e relazionale è filtrata dallo schermo spiazzante dell’illusione. E’ molto difficile, per un adulto vedere con gli occhi dei bambini. I geni sì, ci riescono. C’è un maestro, a Ischia, un bravo maestro come Margherita Aurora di Copparo e si chiama Cesare Covino, che con la sua bacchetta magica è riuscito a far giocare per ore le sue classi a “palla invisibile“, quando l’inefficenza e la più tetragona delle burocrazie degli adulti ha lasciato lui e i suoi piccoli allievi fuori dalla palestra. Per noi, piegati dall’oscenità del reale, è quasi impossibile riaprire il lucchetto del piccolo universo in cui siamo cresciuti. Sembra impossibile che di tutta questa ricchezza, crescendo, si faccia un falò. Ce lo rammenta anche la magistrale lezione di Roberto Benigni in La vita e bella, quell’adorabile papà che è riuscito a proteggere nella corazza invisibile della favola il suo bambino dall’orrore del lager nazista. Grida e pianto sono la materia grezza del comunicare di un bambino, sono il marmo grezzo per un bravo scultore. Il genio di Matisse, i suoi colori, quelle sue forme strane per gli adulti, ma così familiari per i bambini: il rincorrersi di fantasia e illusione sono lo scalpello che accende la magia delle relazioni e accompagna i nostri figli nella scoperta del mondo, dove un fiore può essere sì petaloso. Dentro hanno ogni ricchezza i bambini, ogni forma espressiva. Non è da tutti cogliere le infinite sfumature che accompagnano la meraviglia della scoperta. Piuttosto, razionalmente, cerchiamo di dare un perimetro alla loro fantasia: musica e parole si rincorrono nelle filastrocche, nelle formule magiche degli incantesimi, nelle stesse preghiere, colori e calore prendono vita e forme astruse, gesti e pensiero volano sempre più in là, sempre più lontano. Gli occhi di un bambino si posano sulle cose del mondo con la stessa leggerezza del battito d’ali di una farfalla, ma sanno spiazzare gli adulti quando affrontano improvvise profondità, come il gabbiamo che si tuffa nella spuma del mare.”

[Lorenzo Sani – Resto del Carlino]

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